Massimo Sannelli
DIGESTO
Tormena Editore, Genova 2014 

ISBN 978-88-8480-113-5

Pp. 144, copertina di Ariel Soulé


Nel Digesto vi sono impronte, segni, parti che sono 
anch’esse corpo, come il corpo dell’autore. 
La presenza si allarga, scorgiamo, dalla crepa 
aperta dalle parole, una sofferenza d’altro; 
non è più possibile dopo la tortura tornare a se stessi, 
si torna ad un altrove e in presenza; 
Marina Abramovic è interlocutrice 
non evocata ma imprescindibile.


Il Digesto è la raccolta delle prose scritte tra il 2000 e il 2014, alcune già edite, altre nuove. Qui tutto è completamente riscritto, nella forma definitiva, come un unico romanzo. Il libro è un diario orale, un monologo da palco, una confessione tragica e comica, oscena e nobile, nello stesso tempo. Lo pubblica Tormena Editore, la realtà genovese che ha pubblicato opere come Renzo Piano and Building Wokshop. Progetti in mostra (2004), Prima della rivoluzione di Tonino Conte (2004), Guerra e pace e Stage and Page di Emanuele Luzzati (2003), Palazzi di Genova di Rubens (2001), Pier Luigi Pizzi. Il teatro della meraviglia (1999). Con Tormena, Massimo Sannelli ha pubblicato nel 2013 Una rapida ebbrezza. I giorni genovesi di Elisabetta d'Austria, nel 2014 l'edizione moderna della Lettera di ragguaglio del passaggio di S.M. Cattolica. Filippo V a Genova, entrambi in collaborazione con Vittorio Laura.



Massimo Sannelli - Note sul Digesto

TITOLO Digesto è un titolo-gioco: allude al Digesto di Giustiniano, e quindi è una specie di sistemazione; ma non della legge, come in Giustiniano; è solo una sistemazione del mio materiale, con la giustizia privata che mette a posto 14 anni di scritture, tagliando e cucendo. Non solo: Digesto allude anche alla digestione, perché il testo consuma e assimila tutto il possibile.

FORMA Sono frammenti di prosa, ed è sempre una prosa ritmica, adatta alla recitazione orale. In realtà il libro è un grosso canovaccio per improvvisazioni e monologhi. Il lato attoriale è sempre previsto e presente.

CONTENUTO Per il suo stile frammentario e provvisorio – solo l’esecuzione teatrale è il vero Digesto – il contenuto è composito e impreciso. Ci sono alcuni fili conduttori: l’infanzia, il riferimento all’autorità degli educatori (il padre, gli insegnanti, ecc.), la solitudine (prima considerata come una maledizione, poi come una fortuna), l’amore, il sesso (e il sesso è un motivo forte del libro, perché contraddice il motivo della solitudine), il lavoro, la vita dedicata (senza pace, senza pause), i viaggi, le performances, le difficoltà vitali ed economiche. Qua e là appare una donna, il cui nome è esplicito solo nell’ultima pagina: questa donna è reale, e i rapporti – mai sessuali – con lei hanno dominato anni di vita. Era un’intesa mentale, come tra un maestro, nervoso e in fuga, e un’allieva in crescita.

FORMA e CONTENUTO Il libro oscilla tra prose semisurreali e semibarocche (sono i testi più vecchi) e prose limpide, ma aggressive. Il linguaggio può essere, di volta in volta, sognante, drammatico, acido, sensuale, a tratti volgare. Il Capo nominato all’inizio non era un solo uomo, ma una figura simbolica e complessa. Questo Capo deve essere superato e vinto, se no la vita non inizia. Questo è chiaro. Come vincere? I modi per vincere sono due: crescere, per diventare adulto e indipendente (e conquistare, da adulto, un’istruzione non banale e non provinciale); lavorare, lavorare moltissimo, sempre.

EVOLUZIONE Bisogna pensare a come John Coltrane suona Crescent in Offering, dal vivo. Domanda: quale scrittura italiana contemporanea, corrente, vivente, corriva, corsiva, assomiglia a questa versione di Crescent? Nota: sono passati 48 anni. Risposta: poco o niente, per ora. Perché? Per un limite dell’ambiente e della lingua, oltre che per l’età media della popolazione. Bene: romperemo l’ambiente, ma non la lingua, se no si resta nudi; e con delicatezza, per rispetto all’età media della popolazione; allora creeremo una situazione diversa, e ammetteremo che la scrittura non basta più a se stessa. Scrivere è solo un’arte applicata. Allora bisogna applicarsi, è chiaro: ma si fa fisicamente. [questo frammento è stato ampliato e riscritto qui]

ASPETTATIVE Ho sempre scritto: libri, articoli, traduzioni, drammi, schede editoriali. Ma ho anche lavorato per il teatro e per il cinema. Sono un artista visivo e ho fatto mostre, e continuerò. Il visivo vuole essere visibile, altrimenti è finito. Insegno in un’Accademia di cinema. Viaggio molto, da sempre. Che cosa voglio dire? Dico questo: un libro non esaurisce tutto. Per questo cerco di lavorare sempre di più nel campo dello spettacolo: perché in questo campo tutte le tendenze, le passioni, le competenze – tutto quanto – possono essere utilizzate, e utilizzate contemporaneamente. È un punto molto importante, per me, oggi: sapere che la forma scritta, la forma-libro, non è più definitiva. Ora, per me, la scrittura – soprattutto la cosiddetta poesia – è un’arte applicata: è un substrato tecnico, per fare cose non scritte.

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Rassegna stampa su Digesto :

- Nadia Agustoni, Digesto
- Veronica de Lorenzo, A tu per tu con lo scrittore... [ripresa qui]
- Elisabetta Brizio, Barbarie barocca [ripreso qui]
- Fabio Mazzari, Digesto : un grido contro la crisi
- Trentino Libero, Il Digesto